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9 competenze in 3hh – “no profit e mondo del lavoro”

Talvolta si ha difficoltà a trasformare la teoria in pratica.
Nel nostro caso la difficoltà sta nel comprendere come ed in che modo la collaborazione in ambito no-profit possa aiutare nel mondo del lavoro.
Attraverso un breve sguardo retrospettivo dell’incontro del 26 maggio scorso, abbiamo individuato ben 9 professionalità e competenze tecniche di cui sarebbe stato molto utile disporre per migliorare il risultato complessivo del Convegno.
Le competenze Tecniche.
Se GLOCALitaly avesse potuto disporre ad un livello professionale delle competenze appresso riportate, l’iniziativa avrebbe potuto, a parità di contenuti e capacità organizzativa, raggiungere un risultato migliore. Chi era presente non avrà difficoltà a riconoscere le carenze in questi ambiti:
Conduttore professionale per interviste (contenuti e modalità);Contatti stampa, loro diffusione e promozione;Promozione Iniziativa sui vari tipi di media;Realizzazione materiali scenografici ed allestimento sala (i mezzi manifesti…);Redazionali pre e post evento;Regia svolgimento incontro;Riprese filmate, montaggio e distribuzione;Tecnico collegamenti informatici;Tecnico ottimizzazione e gestione audio (eliminazione rumori di fondo).
A questo punto tanti giovani lettori staranno considerando che molte di quelle attività sono alla loro portata, che ‘tra amici’ le hanno svolte con successo….
Oppure che sono cose che hanno studiato a scuola e quindi ne sono nel pieno possesso…
Sappiamo tutti, però, che senza un adeguato periodo di sperimentazione, formazione operativa, le azioni, le tecniche e le competenze teoricamente acquisite, difficilmente si riescono a mettere in pratica con successo.
Lo spazio ‘sperimentale’ offerto da Associazioni ben organizzate, offre la possibilità di fare il salto qualitativo: da dilettante a professionista!
…in maniera professionale.
            La prima differenza tra ‘fare tra amici’ oppure all’interno di un’associazione è data dal fatto che l’Associazione è, un’organizzazione che fa del tutto per raggiungere effetti professionali in ogni azione che svolge. Di conseguenza richiede a tutti i suoi collaboratori il massimo impegno professionale. Ciò perché il risultato che si otterrà parlerà dell’associazione e contribuirà a trasferirle serietà, professionalità, in una parola credibilità e quindi attenzione alle sue azioni, richieste e obiettivi.
          Quanto finora illustrato riguarda precise competenze tecniche. Tra l’altro le competenze tecniche finora individuate hanno un uso estremamente ‘esteso’ all’interno di moltissime organizzazioni, profit e no-profit, per cui sono tecniche ma non ‘specifiche’.
Oltre a queste ci sono competenze attinenti alle specificità di azione delle varie organizzazioni no-profit (medicina, natura, sociale…) di cui molto spesso le Organizzazioni no-profit necessitano e che sono facilmente individuabili caso per caso.
Da quanto detto crediamo sia emerso con chiarezza quanto sia naturale e semplice acquisire e sviluppare competenze tecniche nell’ambito del no-profit. Competenze che sul mercato del lavoro avranno la stessa valenza di quelle acquisite in azienda.
Ma tutto ciò non basta, infatti il no-profit è lo spazio ideale per lo sviluppo e l’acquisizione di quelle che vengono chiamate le competenze trasversali, oggetto specifico di attenzione e studio del progetto LEVER.
Competenze Trasversali

A fianco delle competenze sopra individuate, vanno considerate quelle che gli amici del LAVOPS ci hanno ben illustrato nell’incontro: sono ben 13 ‘competenze trasversali’ (soft skills )

 

 

1. coinvolgimento;
2. comunicazione;
3. gestione dell’interculturalità e della diversità;
4. imparare ad imparare;
5. iniziativa;
6. orientamento al risultato;
7. problem solving;
8. lavoro in gruppo;
9. leadership;
10. responsabilità;
11. organizzazione e pianificazione;
12. innovazione e creatività;
13. empatia.
        Coloro che hanno partecipato al nostro incontro ricorderanno certamente come i tecnici del LAVOPS, partner del progetto LEVER, abbiano dettagliatamente motivato l’inevitabile presenza e quindi l’altissima possibilità di acquisizione di queste competenze in ambito no-profit. La determinazione e la quantificazione di tali competenze è stato il centro dell’attività del progetto.
Conclusione
A questo punto, parafrasando quanto indicato nel progetto LEVER, possiamo concludere dicendo che è inevitabile che il Volontariato sia riconosciuto formalmente come:
  1. Il contesto di apprendimento di competenze tecniche e trasversali, sempre più richieste dal mondo del lavoro;
  2. L’ ambito in cui è possibile valorizzare gli individui rendendo visibili le loro competenze;

Lo strumento utile a colmare il vuoto tra:

  • apprendimento scolastico e apprendimento informale (esperienze)
  • apprendimento informale e mondo del lavoro;
L’attività utile ad aumentare la possibilità di mobilità e impiego.
Per tutti questi motivi ci auguriamo di essere riusciti a chiarire i vantaggi e le opportunità che collaborare con un associazione di volontariato, per un giovane (e non solo) può essere veramente la carta vincente per il prorpio futuro.

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