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SOVRAistruzione e SOTTOcultura

Il contrasto logico espresso nel titolo, rappresenta in maniera sintetica quella che è l’attuale situazione dell’Italia, tra le cui principali conseguenze troviamo l’elevatissimo tasso di disoccupazione giovanile.
Scavando, all’interno dei due termini dell’affermazione iniziale, abbiamo la possibilità di comprendere almeno due fatti:
che il problema della disoccupazione giovanile non si risolve per ‘decreto’;che le sue cause sono tanto complesse quanto storiche.
La prima immediata, per certi versi ‘fastidiosa’, conseguenza è che la soluzione vera, non potrà che essere lunga e ottenuta con impegno complessivo della grande maggioranza della società italiana, la quale dovrà, prima di tutto riequilibrare il gap esistente tra Istruzione e Cultura.
Il nostro breve viaggio inizia dalle definizioni di Istruzione e Cultura che ne dà “Treccani.it”:
ISTRUZIONE:
“l’attività, l’opera svolta per istruire attraverso l’insegnamento ed il risultato di tale attività”
CULTURA:
”l’insieme delle cognizioni intellettuali che una persona ha acquisito attraverso lo studio e l’esperienza, rielaborandole peraltro con un personale e profondo ripensamento così da convertire le nozioni da semplice erudizione in elemento costitutivo della sua personalità morale, della sua spiritualità e del suo gusto estetico, e in breve, nella consapevolezza di sé e del proprio mondo.
Le definizioni ci permettono di comprendere che l’affermazione iniziale non è un ossimoro, ma qualcosa di più serio e complesso di quanto ‘intuitivamente’ si crede.
Da quanto indicato dalle definizioni potremmo dedurre che, mentre l’Istruzione attiene alla sfera ‘pubblica’, la Cultura è un qualcosa di molto più intimo e personale. Di conseguenza se per l’Istruzione si può in qualche misura addebitare responsabilità a chi (Stato, politica …) dovrebbe organizzarla e gestirla, per la Cultura tale responsabilità sembra essere tutta individuale.
In questa piccola riflessione, pur senza dimenticare cosa sia la Cultura, tuttavia ci soffermeremo sul lato che attiene alla sfera ‘pubblica’ : l’Istruzione.
Questo lato della ‘medaglia’, pur essendo da lunghissimo tempo ‘sotto osservazione’ (almeno dal ’68), sembra eternamente convalescente. Inoltre sistematicamente le statistiche internazionali ci dicono come l’Italia sia una delle nazioni con il minor numero di laureati e quindi una popolazione con un basso livello di istruzione!
Di conseguenza sembra essere questo il nodo del problema : ‘Disoccupazione Giovanile’.
Parallelamente
Parallelamente a questo quadro nefasto dell’Istruzione italiana accade che:
i laureati in Italia hanno enormi difficoltà di collocazione lavorativa (quelli italiani e quelli stranieri!);i giovani italiani con adeguati livelli di istruzione (laureati o meno) trovano estrema facilità di collocazione all’estero, dove molto spesso sbaragliano il campo.
Elemento quest’ultimo confermato da chi vive, studia e lavora all’estero. Infatti da connazionali espatriati non è difficile sentire affermazioni che evidenziano il notevole e significativo scarto tra studenti italiani e stranieri.
Però
Però esiste il ‘problema’ della distanza Scuola/mondo del Lavoro. E’ proprio qui che, a nostro avviso, si sono commessi significativi errori di analisi e conseguenti errate scelte finalizzate ad affrontare e risolvere il problema.
E’ un problema di ‘prodotto’ o di ‘mercato’?
Nonostante Lavoro e Mercato siano strettamente connessi, in genere non si fa alcun ragionamento che utilizzi le metodologie proprie del Marketing come strumento di analisi. Proviamo a fare qualche passo in tale direzione …
Offerta > Domanda
Semplificando potremmo dire che i Giovani ‘istruiti’ rappresentino il ‘Prodotto’, l’Offerta (che non trova collocazione sul mercato) e il mondo del lavoro (Stato, Imprese e Terzo settore), la Domanda. Di conseguenza saremmo in una situazione in cui l’ ’Offerta’ è superiore alla ‘Domanda’.
A questo punto il quesito successivo dovrebbe essere:
l’Italia sta producendo ‘prodotti’ NON ‘necessari’, NON interessanti, NON fruibili dal proprio mercato?
Oppure
In maniera più esplicita: il mercato non è ancora pronto ad apprezzare, richiedere ed utilizzare certi tipi di prodotto?
In ogni caso, dato che l’Offerta è maggiore della Domanda dobbiamo dire: “per fortuna che siamo la nazione con meno laureati ! ”, e subito dopo chiederci: “perché in tutti questi anni si è sempre spinto sul lato Offerta (aumentare i Laureati) e non sulla capacità del ‘sistema’ di averne bisogno? (creare occupazione)”
Il motivo è semplice da comprendere, ma tuttavia non è ancora questo l’oggetto principe della nostra riflessione.
Quello su cui vogliamo soffermarci è:
Perché l’opinione pubblica non si è mai ribellata alle spiegazioni semplicistiche ed alle conseguenti azioni?
Probabilmente un livello di Cultura un po’ più alto ci avrebbe potuto aiutare …, invece, il famoso ‘disallineamento’ di cui in apertura ha prodotto tutto il suo effetto!
In Conclusione
restiamo così:
con un tasso d’ istruzione, inferiore alla media delle grandi nazioni sviluppate,

ma superiore al fabbisogno nazionale; con un livello culturale che ci consente di riuscire a guardare i problemi con un orizzonte spaziale che arriva, al massimo, alla punta del proprio naso o a quello dei nasi dei propri compagni di ‘sventura’.

e contemporaneamente…
vantiamo la nostra secolare Cultura e la scarsa qualità del prodotto dell’attività di insegnamento, del nostro sistema formativo …
L’eliminazione di queste contraddizioni concettuali è il presupposto per un nuovo modo di guardare la società che ci circonda ed in cui operiamo.
I Giovani sono chiamati a svolgere questa azione, e non ci stancheremo mai disollecitarli al Confronto :
Confronto intergenerazionale, interculturale, internazionale.
GLOCALitaly ritiene che gli scambi ed il confronto delle idee sia la strada maestra da percorrere. Perché così come quelli delle merci hanno giocato un ruolo importante nelle città e nazioni che lo svilupparono nel Rinascimento e ancor prima già al tempo dei Fenici, altrettanto i confronti e gli scambi di idee sono il mezzo che, contribuendo ad aumentare il tasso di Cultura, darà un apporto significativo al miglioramento della vita e del benessere sociale.
Sarà bene ricordare che l’accrescimento della Cultura attiene molto alla sfera P e r s o n a l e, quindi la responsabilità dell’innalzamento del suo livello non è un compito trasferibile:
è i n d i v i d u a l e!
La responsabilità di riallineare perciò Istruzione e Cultura è tutta sulle spalle di chi vive ed opera nella società. Ciascuno contribuendo per le sue capacità, conoscenze e possibilità.
Non ci sarà né sviluppo sociale né economico senza aver riallineato Istruzione e Cultura.
p.s.: non ci siamo dimenticati delle imprese, del loro ruolo e delle loro responsabilità, abbiamo solo scelto di sviluppare un’analisi che restasse ad un livello più ampio e generale….
per chi vollesse altri spunti:

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