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Perchè si cresce dopo?

Mnemosia e l’attualità della Memoria
Mnemosiala giovane associazione culturale animata dal grande amico Marco Pallotta e da una ristretta cerchia di amici amanti delle bellezze e della storia di Roma, sabato scorso, per uno dei suoi periodici appuntamenti, ci ha fatto scoprire l’interessante cimitero acattolico di Roma[via C. Cestio 6 (dietro la piramide Cestia)].

La sistematica azione di recupero della ‘memoria’, delle memorie, missione dell’associazione, questa volta si è intrecciata in maniera inaspettata con l’attualità, con situazioni di vita odierne.

Con riflessioni come quella a cui la giovane SIGAL cerca di dare le sue risposte: “perchè i giovani italiani crescono dopo“.
L’elemento di grande attualità l’ho trovato nel considerare le età ed il valore di due tra gli illustri ‘ospiti’ del luogo: John Keats e Percy Bysshe Shelley morti l’uno all’età di 24 anni, l’altro a 29 anni.

Entrambi, per qualità e quantità di produzione letteraria, occupano un posto di rilievo nella letteratura inglese. Il secondo, oltre ad essere un ottimo traduttore, svolse anche un ruolo politico non marginale.
Tutto ciò mi ha spinto a pormi due domande:
A) Se questi due letterati fossero vissuti oggi, avrebbero trovato la stessa forza e capacità ‘produttiva’?
B) Ed ancora, pur non pretendendo da tutti i giovani contemporanei una pari sensibilità e capacità di comunicazione/coinvolgimento, quante sono le possibilità che oggi un giovane alle età sopra descritte abbia già saputo esprimere valori, sentimenti, idee di cui parliamo? Perché?
Lo so, sono quesiti e domande da ‘anziano’, tuttavia sarebbe bello, in onore di questi illustri personaggi prematuramente scomparsi, che i giovani d’oggi provassero a dare le loro risposte .
La ‘fatica’ della Risposta oltre a soddisfare la curiosità di genitori e nonni, potrebbe fornire la spinta decisiva per l’abbandono della “comfort zone”

e contribuire all’ingresso nella vita.

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