Prendo spunto dalla trasmissione in Italiano Voglio Andare a Vivere In Australia (VA VIA) della radio Australiana SBS2 del 15 luglio 2016
Premessa: il visto studio
Come ogni anno a luglio il governo Australiano rivisita le politiche di immigrazione. Da qualche anno a questa parte gli aggiustamenti generalmente significano un incremento dei controlli e dei paletti da dover superare per poter ottenere visti di soggiorno.
Il libro ‘Italia Australia, un viaggio da temporaneo a permanente’ di Michele Grigoletti e Silvia Pianelli evidenzia, tra le altre cose, come molti nostri connazionali usino visti temporanei in maniera impropria. Tra i più abusati figura proprio il visto studio.
Veniamo ora alla trasmissione. In quella giornata l’agente d’immigrazione Emanuela Canini ci ha spiegato come il sistema di valutazione delle scuole australiane idonee per l’ottenimento di un visto studio sia cambiato.
In breve, sarà più difficile per una scuola continuare ad accettare studenti che non studiano.
Emanuela ci ha inoltre spiegato dallo scorso Luglio tutti coloro che richiedono un visto studente saranno controllati approfonditamente. Tutto ciò per evitare che il visto studente venga utilizzato in realtà come un visto lavoro.
È bene sapere che il visto studente permette di lavorare 20 ore la settimana. Certo solo 20 ore, è un visto studio, mica un visto di lavoro!
È chiaro che con 20 ore non si vive nel lusso,d’altra parte però una delle condizioni del visto è l’autosufficienza economica proprio perchè, come già accennato, lo scopo principale dovrebbe essere lo studio, non il lavoro.
Furbi 1.0 – Mosse e… contro mosse
Bene, torniamo alla trasmissione che ci ha appena spiegato come l’Australia stia cercando di difendersi dai furbi, e sorprendentemente una delle domande poste all’agente d’immigrazione riguarda la richiesta di conferma di un trucco per aggirare “l’ostacolo” delle 20 ore. In particolare, in questo caso, l’utilizzo dell’ABN (il corrispondente della Partita IVA Italiana) per poter evitare di registrare le ore lavorate.
Quindi, tanto per chiarire, nella stessa trasmissione si parla di come i controlli stiano diventando più stringenti e allo stesso tempo si chiede come aggirare tali controlli.
Siamo furbi non è vero?
Furbi 2.0 – Le referenze impossibili
Tempo fa, la nostra agente Emanuela Canini ci aveva fatto notare come il sistema italiano stia creando problemi anche a chi vuole emigrare (almeno in Australia). Come? Semplice: con il proliferare di lavoro in nero, contratti usati impropriamente, etc. diventa molto difficile dimostrare la propria esperienza. Anche dopo svariati anni di lavoro.
In pratica, per un Italiano è più difficile scrivere sul proprio curriculum ciò che ha realmente fatto e indicare buone referenze. Chi accetterebbe di referenziare un impiegato in nero? Questo diventa un grande problema quando si cerca di entrare in un sistema basato sulle referenze (no, non raccomandazioni: referenze), praticamente la ‘certificazione‘privata’ che conferma competenze e capacità detenute dal latore della referenza.
Siamo furbi non è vero?
Furbi 3.0 – ‘Chi vuol esser lieto sia, del doman non v’è certezza…’
Un’altra considerazione riguarda la nostra capacità di programmare e pianificare. Sarà il sistema Italiano o magari siamo proprio noi, ma mi sembra evidente come siamo bravi a cavarcela nel qui e ora, ma molto meno bravi a programmare a lungo termine. Troviamo il modo di risolvere problemi imminenti, ma lo facciamo senza guardare alle conseguenze future, a quelle ci si penserà dopo con un’altra ‘toppa’.
Il visto studio è un bell’esempio. Sicuramente non sono solo gli italiani, ma altrettanto sicuramente noi facciamo la nostra parte con ‘diligenza’. Cerchiamo di aggirare le regole per risolvere un problema di oggi, invece di pianificare un percorso con più probabilità di successo a lungo termine.
Piccola considerazione finale
Questo però poi ci si rivolta contro, ma non ce ne vogliamo rendere conto perchè la colpa, ovviamente, è degli altri.
In pratica, stiamo esportando il peggior made in Italy possibile: il raggiro, il trucco, il sotterfugio. Cioè tutto quello da cui diciamo di voler scappare perché non ne possiamo più di un sistema così mal funzionante.
Di fronte ad un atteggiamento di questo tipo, una volta la ‘saggezza popolare’ avrebbe detto che si vuole ‘La botte piena e la moglie ubriaca’, cose che ogni persona di buon senso capisce non essere possibile che si realizzino contemporaneamente.
Purtroppo la nostra ‘furbizia’ non ha limite, siamo ormai alla Furbizia 3.0