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L’Italia tra 40 anni: quale futuro per i nostri 20enni?

Per fortuna o ‘purtroppo’ (?) ci sono ancora ricercatori che operano in Italia e si occupano dell’Italia, uno di questi, il prof. Alessandro Rosina, demografo dell’Università Cattolica di Milano, ci segnala una realtà piuttosto dura :

«La politica pensa all’immediato. E i giovani hanno sospeso il giudizio sul futuro. La popolazione inattiva aumenta, mentre la fascia più produttiva si riduce»
L’argomento non è certo di quelli che servono a tirare su il morale, ma dato che i politici pensano solo al voto di domani – ed evidentemente anche gli elettori sono molto attenti ai vantaggi di oggi, piuttosto che ai disastri di domani o dopo – gli unici che dovrebbero avere interesse per attivarsi sono i giovani, ma non sembra siano molto attivi e sensibili sull’argomento…

Molto probabilmente il disastro sociale anticiperà e sarà più deflagrante di quello ambientale, che in qualche modo è riuscito a rompere la barriera dell’indifferenza.
Quello che si prepara assomiglia ad una delle tante malattie asintomatiche che quando si manifestano hanno già fatto danni irreparabili nell’organismo, a meno che l’organismo stesso o l’ambiente in cui esso si trova non sia stato in grado di aver saputo fare diagnosi tempestive, magari attraverso sistematiche verifiche di ‘funzionalità’ preventive…

Il fatto che in Italia, quello che una volta, tra l’altro, era il ‘Paese del diritto’ ci si dimentichi dei ‘diritti’ delle generazioni future e si continui a pretendere attenzione, rispetto ed assistenza per quelle passate, non sembra una grande lezione di giustizia sociale..
Probabilmente anche a causa del non elevato livello medio di cultura presente, la maggior parte dei cittadini (giovani compresi !) comprende solo ciò che è tangibile e materiale (i nonni che danno la mancia per alleviare (?) l’anomala situazione dei nipoti può essere preso ad esempio dell’incapacità di offrire una risposta politica complessiva). Le problematiche della società futura non si risolvono con slogans o con disinteresse, ma con impegno sociale (non ‘social’ ) e culturale.
Un impegno che richiede oltre la capacità di Guardare, quella di Vedere, di Cercare, di Ascoltare, di Studiare, Verificare, Realizzare, Costruire…. Purtroppo la stragrande maggioranza dei cittadini italiani avranno noia e disinteresse solo a leggere queste ultime due righe, immaginiamo ad approfondire quanto illustrato dal prof. Rosina.
Tuttavia, come hanno detto grandi pensatori della nostra Italia, dobbiamo affiancare al ‘pessimismo della ragione, l’ottimismo della volontà. e chi più ne ha più ne metta!

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